Touching the Invisible

21 Nov, 2021
Reading Time: 5 minutes

Avete già sentito parlare ampiamente del libro “Touching the invisible – Exploring the Way of Shiatsu” di Chris McAlister, Jan Nevelius e Jeremy Halpin. Ci sono stati molti post e alcuni articoli su Internet. Anche se l’ho ricevuto già da diverso tempo, mi impongo sempre di non parlare mai di un libro prima di averne letta ogni riga, da qui il mio ritardo nel pubblicarlo. Comunque, questo non ha tolto nulla al piacere, e devo dire che questo libro mi è piaciuto molto, sia per il suo contenuto che per la qualità dei suoi contenuti. Perché questo non è un libro classico, ma il risultato di molte interviste in cui i tre autori si confidano e discutono di ogni tipo di aspetto dello Shiatsu. Come si può notare, non si tratta di un libro di tecnica. Ed è questo il bello!


Pubblicato in inglese, questo libro ci parla dello Shiatsu da un punto di vista filosofico, etico, emozionale, professionale e teorico. È questa miscela che è davvero la cosa interessante. Non ci limitiamo a un solo aspetto, come nel caso dei libri di tecnica. Qui vengono trattati la maggior parte dei principali argomenti. Non si tratta di un corso in cui viene spiegato cos’è lo Shiatsu, ma piuttosto come viene affrontato dai tre autori, con le loro parole. Naturalmente allo scopo di facilitarne la comprensione ci sono riferimenti e capitoli specifici, ma non si tratta comunque di un testo per un corso. D’altro canto è di enorme supporto poter nutrire le nostre riflessioni sullo Shiatsu.

Certamente alcuni argomenti sono tematiche classiche ben note per chi pratica Shiatsu. Cos’è il Qi, lo Yin/Yang, il Kyo/Jitsu, i 5 elementi, l’Hara. Ma gli autori ci spingono oltre, interrogandosi sul ruolo dell’operatore e su quello del ricevente, su cosa significhi trattare nello Shiatsu. Mi sono piaciuti in particolare gli ultimi capitoli sul presente e sul futuro di quest’arte terapeutica manuale. O quali sono le fasi e le condizioni per un trattamento efficace. Questo libro non parla di tecnica, ma – come avrete capito – di concetti, principi, condizioni. Facciamo un esempio. Qual è la differenza tra curare e guarire? Traduco la risposta di Jan:

“Dipende dalla nostra definizione di curare e guarire. Nella medicina occidentale si parla di “guarire” per indicare la scomparsa dei sintomi: un’emicrania è guarita quando non la si sente più.  Tuttavia, questo non significa che sia stata curata a un livello più profondo e, con ogni probabilità, la causa dell’emicrania non è stata trattata”.

E Jeremy aggiunge: “Lo Shiatsu ha una visione diversa della cura e della guarigione rispetto alla medicina occidentale. L’eliminazione o la riduzione di un sintomo tramite farmaci è spesso considerata una guarigione dalla medicina convenzionale. Il fatto che un nostro ricevente dica “sto bene finché prendo le pillole” non si definisce come guarigione nello Shiatsu e può altrettanto facilmente portare alla creazione di altri problemi”.

Siamo assolutamente d’accordo!

Ma pensare che il dibattito di questo capitolo sulla natura della cura della persona ruoti attorno a questa domanda significherebbe sottovalutare il livello di questo libro. Tutto è dettagliato in modo approfondito e i paragrafi parlano da soli a questo proposito:

  • Quali sono gli aspetti interni ed esterni della guarigione
  • Risvegliare le energie di guarigione
  • Il ruolo dell’intuizione nella cura
  • Consapevolezza e cura
  • Curare e guarire
  • I segni della guarigione
  • Il tempo e il processo di guarigione
  • La gamma di risultati nel processo di guarigione
  • Pregiudizi sulla guarigione
  • Gli stadi del processo di guarigione
  • Un apprendimento continuo

Il minimo che si possa commentare è che la discussione sia approfondita e che non lasci troppe aree inesplorate. E lo stesso vale per ciascun capitolo. Di conseguenza, i tre autori di questo libro ci invitano a intraprendere un viaggio, a porci domande e percorsi di riflessione.

Ho solo una critica da fare a questo libro: le sue dimensioni. È troppo grande per essere portato con sè facilmente, il che è un peccato. Un libro di riflessioni è generalmente un libro che si mette in borsa e si consulta di tanto in tanto, magari durante una passeggiata. Un po’ come i libri dei pensieri dei filosofi. Quindi si presta per leggerlo a casa, in silenzio, magari accanto ad un caminetto, su una buona poltrona, il che non guasta.

Non ho ancora presentato gli autori, che non sono certo degli esordienti nel mondo dello Shiatsu, ma degli esperti insegnanti e praticanti.

Chris McAlister è l’attuale presidente della European Shiatsu Federation (ESF) e della European Federation of Complementary Medicine (EFCAM), ma è anche un insegnante, un praticante, un grande conoscitore delle arti orientali, soprattutto marziali, e anche di spiritualità. Originario dell’Inghilterra, oggi vive in Svezia.

Jeremy Halpin è australiano. Specialista di Shiatsu da 35 anni, insegnante e operatore, è stato ricercatore di medicina alternativa (CAM) tra il 2000 e il 2008 e docente di corsi di medicina complementare per medici e studenti di medicina presso il l’Istituto Karolinska di Stoccolma.

Mi ha colpito particolarmente Jan Nevelius, che non conoscevo, che pratica lo Shiatsu da 40 anni ed è anche 7° dan di Aikido. Insegna anche Reiki e Qigong.

In conclusione, non possiamo che essere felici dell’esistenza di questo libro, perché propone riflessioni per ogni livello. Il principiante, lo studente, il praticante e l’insegnante troveranno tutti qualcosa per arricchirsi di contenuti. Non possiamo che essere felici che questi tre moschettieri dello Shiatsu si siano riuniti per aprire il dibattito e contribuire alla comprensione della nostra arte. Consiglio quindi di mettere questo libro a fianco di “Cinquième Saison” come libri unici di riflessione sullo Shiatsu… fino al prossimo.


Per saperne di più :


Autore

Ivan Bel

Traduttore

Michele Terenzoni
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