Mentre la Natura nostra Madre è in agonia tutti sembrano dire che bisogna fare qualcosa e in fretta. Ma cosa? Nessuno sembra sapere cosa possa salvare l’ambiente, mentre noi perseveriamo con la nostra routine, i nostri consumi folli, la nostra corsa contro il tempo e per il denaro. Perchè non riusciamo a cambiare? C’è un buon motivo per questo: la mancanza di sensibilità intrinseca alla nostra stessa natura umana. Lo Shiatsu potrebbe essere la porta d’ingresso per accedere a questa rivoluzione, che può avvenire solo dall’interno di ognuno di noi.
Oggi in tutto il mondo possiamo affermare come quasi tutti gli abitanti del pianeta siano connessi tra loro tramite le reti sociali e Internet. Di conseguenza, come lo stile di vita dei più ricchi attragga quello dei più poveri e l’intera popolazione mondiale si sia ingaggiata in una corsa al consumo. Pertanto ora sappiamo chiaramente che tutto sta andando a rotoli: i banchi di ghiaccio e i ghiacciai sono quasi scomparsi; abbiamo diritto a una gigantesca estinzione delle specie e della vita in generale; non esistono più luoghi incontaminati dall’uomo e dalla sua plastica; gli oceani sono bidoni della spazzatura che si stanno svuotando del loro ossigeno, insomma il futuro è oscuro e ora più che mai è arrivato il momento di cambiare il nostro comportamento. Ma non ce la facciamo, Perchè? La questione è sempre più dibattuta da scienziati, psicoanalisti, neuropsicologi… Analizziamo, discutiamo, scriviamo su questo argomento, mettiamo in discussione il nostro cervello, le nostre emozioni, la nostra visione a breve termine, ma nulla sembra davvero cambiare, perché evidentemente non basta capire per cambiare.

Sentire anzichè pensare
In definitiva, ciò che sta uccidendo questo mondo è la terribile disconnessione degli esseri umani dalla loro natura più profonda, è avere separato l’essere tra corpo e mente, è avere razionalizzato e dimenticato il sottile. Abbiamo iniziato a rincorrere sogni superficiali (denaro, potere) anziché restare immobili per conoscere noi stessi dal profondo, ascoltiamo le sirene esterne del piacere anziché la nostra voce interiore che soffochiamo costantemente. Di conseguenza, siamo arrivati a dimenticare chi siamo e persino che abbiamo un corpo, tranne quando questo si ammala. E le malattie sono sempre più numerose, così come tanti sono i messaggi di SOS inviati dal corpo.
Personalmente non sopporto il filosofo francese René Descartes e la sua famosa frase “cogito ergo sum” (penso quindi sono). Di certo non per il fatto che pensiamo, siamo! Anzi è esattamente il contrario. È perché esistiamo, perché abbiamo un corpo, che possiamo pensare. Sfortunatamente, il mondo occidentale è stato profondamente segnato da questo modo di pensare e noi ne siamo gli eredi. Siamo convinti di poter cambiare tutto con il potere della nostra mente, piegando il mondo alla nostra volontà. Conclusione: il mondo sta morendo!
E proprio qui entrano in gioco lo Shiatsu e la meditazione. Questi due approcci al mondo sono approcci sensibili, non razionali, non scientifici, che permettono al sensibile, al sentito, alle emozioni e alla bellezza di emergere. Questi due approcci, uno per il corpo fisico e l’altro per il corpo mentale, hanno in comune la calma profonda e l’osservazione interiore, ed entrambi ci permettono di sentire. Molto spesso nello Shiatsu le persone escono dalla prima seduta dicendo: “Non capisco, stavo bene quando sono arrivato, ma ora ho dolori ovunque“. Errore! La persona non stava bene. Semplicemente non era consapevole del proprio dolore e lo Shiatsu lo ha portato in superficie, a quella coscienza che cerca sempre di negare i problemi e di affermare che va tutto bene così, che si può andare avanti e avanti ancora. A proposito, provare dolore non è una punizione divina! E quanto prima lo si contatta, più in fretta questo scompare, poiché il messaggio del corpo sarà stato recepito e l’operatore Shiatsu avrà fatto del proprio meglio per riportarlo al suo stato omeostatico originale.

La meditazione fa lo stesso e ci fa contattare non solo la quiete interiore, ma anche le emozioni. Immaginiamo una persona arrabbiata. Il riflesso è sfogare la propria rabbia sugli altri, che a loro volta, sentendosi feriti, si arrabbieranno. La persona che medita riesce ad entrare in contatto con la propria emozione e ad osservarla: la sentirà e si chiederà da dove proviene, per dove passa, cosa le inneschi dentro, da dove deriva la falla che la renda sensibile a questa emozione e al proprio modo di comunicarla. E se questa sia veramente utile e, alla fine di questo processo, sentirà il distacco dalla rabbia.
La meditazione implica quindi l’osservazione per arrivare al sentire. Lo Shiatsu, invece, prima fa sentire, per poi accompagnare all’osservazione. In entrambi i casi il processo di salvataggio è in corso. Sentire significa essere presenti a noi stessi senza passare attraverso i processi mentali che filtrano e modificano la nostra visione, le nostre percezioni e ci costringono a giudicare. Non appena giudichiamo, separiamo. Non appena separiamo, ci isoliamo dagli altri, da noi stessi, dal mondo. Non appena giudichiamo, permettiamo il passaggio alle emozioni negative. Per esempio: il corpo è sporco, il sesso ancora di più. La terra è sporca, bisogna lavarsi in fretta, non bisogna avere polvere addosso. L’odore corporeo, i fluidi corporei, il sangue sono disgustosi, bisogna nascondere, pulire, disinfettare tutto questo. La morte è infame, bisogna nasconderla. La persona saggia procede esattamente il contrario: accetta ciò che viene da sé, dagli altri e dalla natura, perché così è il mondo. Chi è per giudicare la natura? La sua stessa natura?

Sembra quindi plausibile che il cambiamento del mondo debba necessariamente passare attraverso una riconnessione con noi stessi, con il nostro corpo e il nostro sentire. Accettiamo i nostri personali difetti debolezze e ritmi, le nostre differenze con gli altri, ma anche i nostri punti in comune. In questo modo ritessiamo un legame con noi stessi, con la società umana e molto rapidamente anche con tutta la natura. Questo è il punto di partenza che ci permetterà di cambiare e riparare il mondo, attraverso la scienza dell’ecologia. Questo è il punto di partenza per la nostra rivoluzione interiore.
Ecologia interiore
Se ci basiamo sulla definizione del termine “ecologia” che si trova su Wikipedia, scopriremo che “L’ecologia o ecologia scientifica, talvolta assimilata alla bioecologia o alla bionomia, è una scienza che studia gli esseri viventi nel loro ambiente tenendo conto delle loro interazioni“. Questo insieme, che contiene gli esseri viventi, il loro contesto di vita e le relazioni che intessono, forma un ecosistema. Questa definizione è importante perché ci consente di comprendere, dopo due minuti di riflessione, che l’interrelazione e l’interdipendenza di tutti gli esseri viventi sono le chiavi per comprendere l’ecologia.
Lo Shiatsu, basato sui principi fondamentali della medicina orientale, non fa altro che seguire un’ecologia interiore. In queste discipline si professa che:
- tutto è correlato a tutto
- il corpo fisico, la psiche e le emozioni non sono mai separati
- Cielo e Terra sono collegati, con l’Essere Umano al centro (basti pensare all’importanza della luce nella vita terrena)
- organi e visceri sono costantemente in una relazione di sostegno o controllo reciproco gli uni con gli altri
- le stagioni hanno tutte un’influenza sul corpo
- i cicli di veglia e attività sono strettamente legati all’equilibrio dell’Essere Umano
- L’Essere Umano è dipendente da ciò che mangia e ciò che mangia modifica la sua chimica interna e quindi influenza la sua salute
- e tante altre saggezze che oggi sono più essenziali che mai…

Lo studio della medicina orientale ci porta ad analizzare decine di teorie diverse in apparenza incompatibili. Ma la bellezza di questo sistema è che i singoli elementi non sono mai separati gli uni dagli altri e non sono semplicemente teorie intellettuali, perché sono tutti immediatamente utilizzabili e pratici, molto concreti nelle mani di un professionista ben preparato.
Tutte le teorie formano un ecosistema di pensieri, a loro volta direttamente collegati alla materia umana, che forma a sua volta un ecosistema, quindi anche l’essere umano che interagisce costantemente, ricevendo e dando con il proprio ambiente, diventa un ecosistema più grande.
Per semplificare portiamo questo esempio: una persona che si rilassa, si scioglie e si riequilibra grazie allo Shiatsu sarà una persona che si sentirà meglio nella “propria pelle” e migliorerà la propriocezione. Questa sensazione la farà sorridere e la renderà piacevole agli occhi di chi le sta intorno, che sia un familiare o una persona che incontra in contesti lavorativi. Questo entourage a sua volta sarà influenzato dal comportamento di questa persona e si sentirà meglio. Forse le persone all’interno di questo contesti cercheranno addirittura di imitare la persona che sta meglio e a loro volta cercheranno soluzioni per il proprio benessere, una vita migliore e una salute migliore, come quelle proposte dallo Shiatsu. Nel frattempo, poiché nulla si ottiene per niente, la persona presa in esame all’inizio di questo esempio metterà in discussione la propria dieta, il proprio stile di vita, i propri ritmi, le proprie priorità, le proprie interazioni con il proprio contesto di vita. Ecco come lo Shiatsu può essere uno stimolo che riporta l’individuo al rispetto di sé, degli altri e a una migliore interazione con il proprio ambiente (familiare, sociale, professionale, animale, naturale).
La scienza dell’ecologia è ben lungi dall’essere un hobby per hippy ecologisti e retrogradi. In vero sono dei veri e propri scienziati quelli che approfondiscono e studiano l’ecologia. Così, proprio perchè gli aspetti da studiare sono molteplici, hanno diviso l’ecologia in branche. I livelli di organizzazione e le sottodiscipline ad essi associate sono:
- l’ecofisiologia, che studia le relazioni tra un processo fisiologico e i fattori ambientali;
- l’auto-ecologia (o autecologia), che studia le relazioni tra un tipo di organismo e l’ambiente;
- l’ecologia delle popolazioni (o democologia), che studia le relazioni tra una popolazione di individui della stessa specie e il proprio habitat;
- la sinecologia, o ecologia di comunità (popolazioni di specie diverse, ma che condividono una funzione comune sono raggruppate sotto il termine comunità), che studia gli ecosistemi;
- su scala più ampia, gli ecosistemi formano gruppi studiati dall’ecologia del paesaggio;
- l’ecologia globale che studia l’ecologia alla scala dell’ecosfera o della biosfera (totalità degli ambienti occupati dagli esseri viventi).
Questi sotto-rami dell’ecologia sono tutti presenti nell’esempio dato in precedenza con lo Shiatsu. Alla fine non abbiamo inventato niente. Ma lo Shiatsu mostra tutto questo attraverso un sorprendente postulato di base: il tocco innesca la sensazione che riallinea la persona e la mette in contatto con i propri ecosistemi interni ed esterni.

Cicli e tempo
Ci sarebbero libri interi da scrivere sull’ecologia dello Shiatsu, ma per sintetizzare questo articolo prenderò in considerazione due nozioni essenziali per la realizzazione dell’essere umano in quanto essere partecipe della Natura.
La prima è la nozione di ciclo. La Natura funziona solo secondo il principio dei cicli che si ripetono, ma non sono mai esattamente uguali. I più noti sono il ciclo delle stagioni, il ciclo degli anni, i cicli di crescita e invecchiamento, i cicli di vita e morte, i cicli dell’acqua, i cicli giorno/notte, il ciclo mestruale per le donne, ecc.
Ma ci sono anche cicli più sottili come quello degli opposti complementari (meglio noto come Yin/Yang) secondo il quale ogni fenomeno ha il proprio opposto che viene a completarlo e a nutrirlo, che ogni forma quotidianamente si trasformerà nel proprio opposto (lo Yin diventerà Yang e viceversa, cioè il giorno diventerà notte, le onde diventeranno materia, il male diverrà bene, ecc.). Ritroviamo anche la nozione di ciclo con gli elementi (o forze naturali) che costituiscono la Natura, chiamato dai cinesi ciclo dei “cinque movimenti”, ben noto a tutti gli studiosi di Shiatsu. Lo stesso vale per i cicli evolutivi dell’uomo (in un periodo di 8 anni) e della donna (in 7 anni), e così via in molti altri aspetti della vita. L’osservazione e la percezione di questi cicli costituiscono la base dell’ecologia interna proposta dallo Shiatsu. Ecco cosa imparano gli studenti di Shiatsu durante i loro anni di studio. Non appena uno dei suoi cicli viene interrotto o, peggio, bloccato, la salute peggiora rapidamente e altrettanto rapidamente subentra la malattia. Ripristinando uno o più cicli (nel nostro linguaggio si parla di riarmonizzazione energetica) si risolve questa situazione e si riporta la persona ad uno stato di buona salute. Non c’è nulla di stravagante o bizzarro in questo, ma solo una profonda comprensione dei cicli della Natura negli esseri umani.

Il secondo concetto essenziale è il tempo. Nulla di buono in Natura viene fatto senza prendersi il tempo necessario. Che si tratti della nascita dei continenti (un tempo molto lungo per noi umani) o della trasformazione di un seme in albero che porta frutti e ombra, ci vuole tempo. Per creare un essere umano ci vogliono anni per trovare la persona giusta con cui andare d’accordo e poi procreare, un periodo a cui bisogna aggiungere 9 mesi di gestazione, tra i 18 e i 25 anni di istruzione e un’intera vita di amore. L’uomo occidentale ha perso questa nozione del tempo per scoprire quella dell’orologio e del cronometro. Come mi ricordano i miei amici africani, “noi abbiamo il tempo, tu hai l’orologio”, il che dice tutto sulla nostra perdita di connessione con la Natura. Lo shiatsu ha, tra i suoi molteplici effetti, anche quello di riportare l’individuo al proprio tempo. Il tempo delle fasi della vita (infanzia, età adulta, vecchiaia), il tempo della maturazione, il tempo del sonno e dell’attività, il tempo della digestione, il tempo dell’apprendimento… Ecco perché tutto ciò che viene fatto velocemente, correndo dietro l’orologio, non può durare né essere utile all’individuo e, per estensione, a chi gli sta intorno, alla sua società, all’ambiente.
D’altro canto, tutto ciò che richiede tempo consente una costruzione armoniosa e il rispetto delle interrelazioni e delle interdipendenze, senza interromperle e senza creare caos. Ecco perché un insegnante di Shiatsu si rifiuterà sempre di permettere a uno studente brillante di saltare una lezione, di studiare due anni in uno o di iniziare a leggere i classici della medicina orientale troppo presto. Per formare adeguatamente una persona, bisogna darle il tempo per sentire se stessa, trasformarsi, integrarsi, meditare e non procedere esclusivamente al ritmo dell’apprendimento scolastico, in cui si inculcano concetti senza preoccupazione che vengano acquisiti profondamente.
Ogni apprendimento deve decantare sedimentare ed è per questo che la nozione di tempo non è comprimibile nello Shiatsu. Nella nostra comunità è comunemente accettato che servano 10 anni per diventare un buon praticante, 20 anni per diventare un esperto e 30 anni per diventare un maestro. È il momento della maturazione, il momento necessario perché tutto si trasformi.
Ritorno alla salute naturale
In generale, lo Shiatsu contribuisce a questo ritorno alla salute naturale, quella che si prende il tempo di ascoltare, osservare e migliorare l’essere umano. Senza negare i favolosi progressi della medicina, chirurgia, psicologia e farmacologia, è arrivato il momento di riportare tutto questo entro cicli e tempi adatti a ogni individuo, nel rispetto delle interrelazioni interne ed esterne al corpo. E l’ecologia potrebbe allora creare una nuova branca che sarebbe l’ecomedicina e nella quale lo Shiatsu avrebbe un posto di rilievo.
Buona pratica

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